Salvatore Epifani è nato il 24/10/1946 a Novoli (LE) dove risiede. Conseguito il diploma di Maturità classica presso il Ginnasio- Liceo “Giuseppe Palmieri” di Lecce, intraprese gli studi universitari laureandosi in Filosofia col massimo dei voti (110/110 e lode) discutendo la tesi “Il meccanismo dell’evoluzione secondo Carlo Darwin”. Adempiuti gli obblighi di leva in qualità di “marconista”, ha insegnato Lettere negli Istituti Superiori (Istituto Statale d’Arte di S. Giovanni in Fiore, Liceo Artistico Statale di Busto Arsizio, Istituto Tecnico Statale di Isili) e nella Scuola Media (Seui, Uggiano La Chiesa, Presicce, Matino, Leverano, Copertino, Campi Salentina, Novoli) ricoprendo sempre la carica di Coordinatore del Consiglio di classe. Presso la Scuola Media Statale “Filiberto Farci” di Seui (Nuoro) per tre anni fu eletto Collaboratore Vicario e membro del Consiglio d’Istituto. Quest’ ultima carica ha rivestito anche presso l’Istituto Scolastico Comprensivo di Novoli. Impegnato sindacalmente, ha fatto parte della Commissione ricorsi presso il Provveditorato agli studi di Lecce. È stato relatore al corso di aggiornamento sul “Tempo prolungato” organizzato dalla Scuola Media Statale “Ten. Calò” di Leverano, nonché animatore di vari gruppi di studio presso la Scuola Media Statale “E. Menga” di Copertino. Ha ricoperto l’incarico di Referente per le discipline dello Spettacolo presso la Scuola Media Statale “S. Pompilio M. Pirrotti”di Campi Salentina e presso la Scuola Media Statale “F. Cezzi” di Novoli, nelle quali scuole ha allestito diversi spettacoli teatrali collaborando con la Città del libro di Campi Salentina e con Telethon di Veglie. Cultore di Storia Patria, ha pubblicato i seguenti testi:

I “talebani” tra di noi (2007, 2008) col quale ha preso posizione in “difesa” del padre della biologia moderna, Charles Darwin, che in questi ultimi tempi è vittima di un processo sommario da parte di gente senza scrupoli che per motivi ideologici vorrebbe cancellare la teoria dell’evoluzione degli esseri viventi dai programmi di studio della Scuola secondaria di primo grado. L’autore hacercato di far parlare il biologo inglese attraverso un’accurata analisi della sua opera maggiore, L’Origine delle specie per selezione naturale. Completa il testo un ampio capitolo dedicato alla genealogia mitica della Madonna di Novoli. Corollario di questo testo è Pizzica tarantata per Oronzo Mazzotta “novissimo prete talebano (2009), una risposta seriamente umoristica all’articolo di O. Mazzotta “Tamburriata [sic!] semiseria tra pozzi e talebani”. In appendice il lettore troverà l’Apprezzo del feudo di S. Maria de Nove e del feudo di Nubilo o Convento fatto nel 1707 da Donato Gallarano, documento importantissimo per la storia civile e religiosa di Novoli.

Sulla fòcara di S. Antonio Abate a Novoli. Note e documenti (2012), dove, attraverso l’analisi del “Quaterno de spese et pagamenti fatti in la cecca de Leze” relativo agli anni 1461-1462, l’autore confuta l’ipotesi che l’origine della costruzione della fòcara novolese debba rinvenirsi nelle carbonaie che i taglialegna di S. Maria de Novis erigevano per produrre il carbone destinato alla Zecca di Lecce al tempo di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Principe di Taranto e Conte di Lecce. Correda il testo un’ampia appendice documentaria relativa alla storia del culto e della Chiesa di S. Antonio Abate a Novoli (LE).

Sulla Pizzica pizzica ed altre tradizioni salentine (2013). Difficile dar conto d’un lavoro complesso come questo. Le sole “referenze fotografiche” annoverano ben dieci fotografi (o, comunque, persone che hanno messo a disposizione proprie foto per la realizzazione del volume). Certo è che si tratta di una vera e propria ricerca all’interno della tradizione salentina sicché non possiamo che essere grati a Salvatore Epifani per le sue giornate passate a raccogliere informazioni “Sulla pizzica pizzica ed altre tradizioni salentine”. Il successo - oramai planetario - che questa danza tradizionale ha ottenuto negli ultimi anni (e che continua in un crescendo annuale anche grazie alla nota “Notte della Taranta”, inizialmente tenuta nella città di Melpignano, poi estesa in altri paesi del Salento e, comunque, legata alla notte finale tenuta sempre nel citato comune) racchiude qualcosa di magico, di virale, una sorta di gradevole riscatto per una terra spesso dimenticata. L'autore, nella prefazione, ha chiaramente esposto il suo intento: “consegnare il testimone della memoria alle giovani generazioni nella consapevolezza che, se è vero che il passato è tale perché non è più, è anche vero che esso rimane sempre la dimensione migliore nella quale crescere e con la quale misurarsi”. Oggi possiamo certamente dire: “missione compiuta!”. Il libro non è solo pizzica ma anche altre tradizioni salentine (quali la "focara") ed altre feste religiose, la descrizione dei “giochi di una volta” e, infine, una rassegna di canti tradizionali e di “cunti” (racconti). Volume indispensabile per chi intenda studiare il fenomeno della Pizzica ma anche per chi, semplicemente per curiosità, intenda conoscere meglio la tradizione salentina.

La Madonna di Novoli (2013). L’opera è strutturata in due tomi. Nel primo, partendo dall’esame della più antica festa documentata in Novoli (LE), l’autore tratta delle possibili tracce di religiosità gnostica che si riscontrano in un frammento di affresco custodito nella Chiesa dell’Immacolata del paese salentino. Il secondo tomo è tutto incentrato sul presunto miracolo del 1707, allorché la Madonna di Costantinopoli sarebbe apparsa ad una popolana di nome Giovanna.

I Mattei, la fòcara e S. Antonio Abate (2014). Con questa sua nuova fatica Salvatore Epifani ha voluto sperimentare una nuova forma testuale insolita per un saggio. L’opera, infatti, è stata impostata in modo originalissimo come una lunga “lettera aperta”, con la quale l’autore cerca di dialogare con le giovani generazioni impartendo loro una vera e propria lezione di Storia su alcune vicende del suo paese nel periodo in cui Signori di Novoli furono i baroni Mattei (I e II capitolo), dei quali ha voluto ricordare il forte impegno nella cultura e nell’arte. Nel III capitolo ha voluto ribadire, ancora una volta, quali sono i documenti inconfutabili relativi al patronato di S. Antonio Abate nel paese di Novoli. Il lettore troverà un ricco apparato documentario sul fenomeno, poco noto, della schiavitù, nei secoli XVI-XVIII in Lecce e Provincia, frutto della sua ricerca presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Lecce.

Le varie compagnie teatrali tengano presente che l’autore negli anni della sua lunga carriera scolastica ha redatto testi per i suoi ragazzi, regolarmente messi in scena, ed altri che non sono mai stati rappresentati, come: una traduzione in dialetto novolese della “Tarantata” (1936), una commedia in tre atti sul fenomeno del tarantismo del tipografo editore Leon Lacaita di Manduria; “Vi erano in quella regione…”, due atti (in versione italiana e dialettale) sull’annuncio della nascita di Gesù dato ai pastori dei nostri giorni dall’angelo che evita la città dei ricchi palazzi, dei sontuosi templi, dei tribunali, preferendo rivolgersi, obbedendo al comando divino, agli umili e ai semplici perché non i potenti, i sapienti, i sacerdoti, sono gli eletti da Dio, ma i poveri e gli incolti; “Chichibio e la gru”, commedia in tre atti, (dei quali soltanto il primo fu rappresentato nel cortile della Scuola Media di Novoli), che prende lo spunto dal notissimo testo di Giovanni Boccaccio, ma che se discosta nel modo in cui vien trattato il tema del rapporto tra città e campagna, entità che nell’opera del Boccaccio costituiscono un semplice sfondo, appena percepibile, mentre nello sceneggiato l’ambiente diventa, invece, protagonista; “Uno strano idolo dei nostri giorni” e “Una ragazza ribelle”, due scenette sul consumismo e sull’emancipazione della donna.

 

 

 

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